16 settembre 2020 – Ilaria Miegge

Quasi tutti conosciamo il paese di Ronciglione per il festival sfarzoso e scoppiettante di Carnevale che celebra ogni anno verso febbraio. Ma l’estate scorsa, oltre ai coloratissimi carri, ha voluto ospitare un evento, forse più di nicchia, ma certamente dal fascino unico e originale.

Quando l’arte contemporanea incontra la storia

Infatti, nel 2020 Ronciglione è stata uno dei 20 borghi d’Italia selezionati per Una Boccata d’Arte, un progetto di Fondazione Elpis in collaborazione con Galleria Continua.

Il progetto, nella formula 20 artisti in 20 borghi nelle 20 regioni italiane, voleva incoraggiare il pubblico ad avvicinarsi all’arte contemporanea, scuotere il turismo nell’anno del Covid-19 e far riscoprire la bellezza dei nostri borghi.

L’artista scelta per il borgo laziale era Marta Spagnoli (su Instagram @spagnoli_marta), classe ’94, che portava la sua “Felicia Munera”, una collezione di sei olii su tela di grandi dimensioni.

La location che conservava le opere di questa tappa è un luogo dove una volta vi era un’antica Chiesa dedicata a Sant’Andrea, dalla struttura in pietra, con navate e colonnati, e di cui oggi possiamo ammirare solo il perimetro, alcune colonne e capitelli e infine, il bellissimo campanile muto.

Il campanile, non troppo alto ma piuttosto stretto, una volta entrata si è trasformato per qualche secondo in una grotta preistorica; i dipinti di Spagnoli, infatti, a prima vista, ricordavano molto delle pitture rupestri.

Cosa è Felicia Munera?

Grazie alla prevalenza del bianco, la luce del giorno proveniente dalle numerose finestre ad arco del campanile illuminava tutti i dipinti. Inoltre, attraverso l’uso di tonalità di colore molto calde, lo spazio diventava più accogliente e confortevole.

Dal giallo ocra, si passava ad un arancione molto acceso e carico e al rosso carminio, fino ad arrivare a diverse sfumature di marrone, tra cui il nocciola e il porpora. Ben studiata la scelta per queste tele di dare loro vita attraverso l’uso di pigmenti di origine ferrosa.

Osservando più attentamente, si potevano notare delle figure: nella maggior parte figure umane, talvolta solo accennate come in un rapido sketch. Alcune, più semplici, riuscivano a rievocare l’età primitiva mentre le altre, più elaborate e dai tratti sinuosi ed eleganti, rimandavano addirittura all’età classica.

«“Felicia Munera” sono le bellezze di cui è stata dotata Ronciglione dalla sorte, ma ‘munus’ significa anche impegno, incarico, opera. Voglio rivelare luoghi come il campanile, la chiesa e l’elemento metallico del ferro, come delle restituzioni, dei doni per chi vi entra in contatto e li rivela come tali, con la stessa gioia di una scoperta archeologica.». Così in un’intervista con il Comune di Ronciglione, Marta Spagnoli ha parlato dei suoi dipinti ed è con essi che ha voluto raccontare Ronciglione, la sua arte e la storia particolare e forse poco conosciuta che le caratterizza.